Il sistema elettorale italiano, il porcellum


Studio Legale Agati
Sistema elettorale italiano

La legge che disciplina il sistema elettorale in Italia è la n. 270 del 21 dicembre 2005 (Legge Calderoli) meglio nota come legge elettorale Porcellum, che sostituì le precedenti leggi 276 e 277 del 1993 ( il cosiddetto Mattarellum), che prevedeva un sistema elettorale prevalentemente maggioritariouninominale, introducendo un sistema radicalmente diverso, ossia un sistema elettorale proporzionale con premio di maggioranza.

L’attuale sistema elettivo italiano limita le possibilità degli elettori di esprimere la propria preferenza diretta sulla scelta del candidato eletto, perciò questi risulteranno eletti sulla base dell’ordine stabilito al momento della presentazione della lista.

Per l’elezione dei rappresentanti delle Camere, salvo che per i dodici seggi della circoscrizione Estero e per il seggio della circoscrizione Valle d’Aosta, vige un sistema di assegnazione proporzionale dei voti a ciascuna lista o coalizione, con eventuale premio di maggioranza alla forza politica che abbia conseguito il miglior risultato su scala nazionale, ovvero la maggioranza dei deputati.

Il sistema è reso più complesso dalla presenza di diverse soglie di sbarramento, il cui superamento è condizione per partecipare al riparto dei seggi.

In particolare, al partito o alla lista che non raggiunge il 4% dei voti non viene assegnato alcun seggio alla Camera, mentre per le liste in coalizione è in vigore lo sbarramento del 2%.

Passando al sistema elettorale per il Senato, e tenuto conto dell’art. 57, comma 1 della Costituzione, il premio è attribuito su base regionale alla singola lista o coalizione di liste che ottiene un maggior numero di voti.

Laddove ciò non accada, alla lista o alla coalizione che abbia conseguito più voti verrà attribuito un premio di maggioranza regionale pari al numero di voti necessari a far raggiungere la soglia del 55%.

In questo caso, il restante 45% verrà assegnato, nel rispetto delle soglie di sbarramento ( per le coalizione di liste è al 3%; all’8% per la lista non in coalizione), proporzionalmente alle altre liste o coalizioni di liste in competizione.

Secondo tale previsione, quindi, non soltanto è possibile che al Senato si formi una maggioranza diversa da quella della Camera, ma anche che i premi di maggioranza regionali si bilancino tra loro non consentendo così la formazione di una sicura maggioranza in Senato.

Tuttavia, nell’ordinanza interlocutoria del 17 Maggio 2013, la Cassazione ha dichiarato “rilevanti”, in relazione alla Costituzione e alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, “le questioni di legittimità” sollevate in un ricorso sulla legge elettorale 2005, il cosiddetto Porcellum, e ha disposto l’immediata trasmissione degli atti alla Consulta.

Nella sentenza 12060 della suprema Corte si legge: “Si tratta di un meccanismo premiale che, da un lato, incentivando ( mediante una complessa modulazione delle soglie di accesso alle due camere) il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare la governabilità, stante la possibilità che, anche immediatamente dopo le elezioni, la coalizione beneficiaria del premio si sciolga o i partiti che ne facevano parte ne escano (con l’ulteriore conseguenza che l’attribuzione del premio, se era servita a favorire la formazione di un governo all’inizio della legislatura, potrebbe invece ostacolarla con riferimento ai governi successivi basati su coalizioni diverse); dall’altro esso provoca un’alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che, tra l’altro, restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”.

Da qui la sua manifesta “irragionevolezza” in base all’art.3 della Costituzione nonché la lesione dei “principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica”.

Inoltre, la Cassazione avanza anche “dubbi” di costituzionalità sul meccanismo delle cosiddette “liste bloccate” e chiede alla Consulta di esprimersi su “ un voto che non consente all’elettore di esprimere alcuna preferenza”.

Dunque, dal vertice tra governo e maggioranza tenutosi oggi, si da il via ad una correzione del porcellum entro l’estate in parallelo all’avvio del percorso costituzionale per le riforme.